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Editoriale

Buone notizie dal fronte della lotta ai tumori. La strada è ancora lunga ma la direzione è quella giusta

A volte se ne parla con toni enfatici, a volte lo scetticismo è tale che attorno al tema cala il silenzio, ma le buone notizie sulle nuove possibilità di cura dei tumori ci sono e sono confortanti. È quanto emerge dalla interessante intervista concessa a “Prevenzione Oggi” dal dott. Carlo Alberto Tondini, direttore dell’Unità di Struttura complessa Oncologia Medica dell’Asst Papa Giovanni XXIII di Bergamo. Mi sono reso conto, il giorno dell’intervista, che da anni non affrontavamo il tema dei tumori. Così è stato piacevole scoprire che sono stati fatti grandi passi avanti e che la guerra per sconfiggere questo terribile male è sempre più intensa e combattuta con nuove armi che fanno ben sperare. Questo, lo confesso, è a mio avviso confortante in ragione delle immense sofferenze dovute a questo genere di male. Le risposte del dott. Tondini alle nostre domande illustrano una realtà sanitaria molto avanzata e ormai in grado di offrire ragionevoli motivi di speranza alle molte persone che, nel corso della loro vita, incappano in una delle diverse forme di tumore. Le cure ovviamente non sono univoche ma tengono conto del tipo di malattia, della sua gravità e anche delle condizioni dell’ammalato. Sono certo che i nostri affezionati lettori troveranno nelle parole del dott. Tondini la conferma che la medicina sta facendo passi da gigante anche in questo particolare (e terribile) settore.

Continuando con le note positive, pubblichiamo la seconda e ultima parte del lungo dialogo con il dott. Gianmariano Marchesi, medico di eccellenti qualità professionali e umane, che si è messo totalmente al servizio della gente e dei bisogni degli ammalati. Nonostante la meritata pensione il dott. Marchesi continua ad essere a disposizione dell’ospedale e inoltre dedica molto tempo alla diffusione della cultura della donazione presenziando a numerose conferenze, spesso organizzate da Gruppi Aido, sul tema del prelievo e del trapianto di organi.

Foto di Fabrizio Zanchi, Direttivo Gruppo AIDO Grassobbio (BG). Camargue (Francia) 6 maggio 2011 ore 21:00 Stagno del Fangassier, sito naturalistico ad Arles. In questo tramonto sono raffigurati fenicotteri rosa in volo e in acqua che cercano cibo

Così come è stato per la puntata precedente, anche questa – ancora a firma di Marzia Taiocchi – è ricca di analisi che aiutano a capire il presente e il futuro della trapiantologia. In particolare vorrei richiamare l’attenzione dei lettori su un aspetto messo in rilievo dall’illustre rianimatore: “Si è verificata un’importante crescita tecnica che ha riguardato l’Ospedale anche grazie allo sviluppo dei trapianti, perché siamo stati indotti a occuparci anche di aspetti clinici e tecnici che prima non conoscevamo e che abbiamo dovuto apprendere”. Nell’occasione esprimo tutta la gratitudine mia personale e dell’Associazione al dott. Marchesi per l’eccellente servizio che ha donato e continua a donare alla comunità civile e all’Aido.

Clelia Epis si è invece cimentata con il tema della celiachia. Con il fiuto del segugio che la contraddistingue è andata a scovare tutto quello che questa nostra moderna epoca ha sviluppato attorno ad una malattia seria, che può avere gravi conseguenze, che spesso è ignorata, spesso sottovalutata, e che a volte invece è chiamata in causa senza che ve ne sia una oggettiva ragione. Un fenomeno sociale che andava perciò indagato. Per fare chiarezza Clelia ha interpellato un esperto, il dott. Luca Elli, referente del Centro di Riferimento per la prevenzione e la diagnosi della celiachia della Fondazione IRCCS Ca’ Granda Ospedale Maggiore Policlinico di Milano.

Con la preziosa analisi offerta dall’articolo del dott. Bianchi affrontiamo un tema spinoso e difficile da illustrare alla gente. Se ne fa carico con coraggio il dott. Bianchi che affronta il tema del diritto alla salute e il dramma di chi, per condizioni economiche disagiate, non può farsi curare.

Con il suo consueto equilibrio analitico, il dott. Bianchi racconta come dai dati Istat del 2012/13 (ultimi disponibili in merito) risulti che il numero degli italiani che rinunciano agli accertamenti diagnostici e alle cure mediche è più basso rispetto a quanto sbandierato: il tasso di rinuncia si attesta al 7,5% della popolazione, il 4,3% per ragioni economiche. Non sono percentuali trascurabili, ma non certo catastrofiche. Su certi temi, insomma, bisogna saper essere corretti, lasciando da parte ogni posizione ideologica, perché solo così si aiuta veramente chi ha bisogno.

Il servizio fotografico della manifestazione di Papa Giovanni XXIII del 9 giugno 2018 che abbiamo pubblicato sul mese di luglio/agosto è stato svolto da Francesco Garolfi e da Alfredo Meregalli del Fotoclub Airuno (LC)

Torniamo poi, con Cristina Grande, al fondamentale tema della prevenzione poiché è ormai certo che l’inattività fisica (mancanza di attività fisica) o la sedentarietà sono importanti fattori di rischio per la mortalità globale. Inoltre, si stima che l’inattività fisica sia la causa principale di una percentuale dei tumori della mammella e del colon, una percentuale di casi diabete e un’ampia percentuale di eventi cardiaci ischemici.

Molti altri sono i temi sui quali vorrei soffermarmi ma lo spazio non me lo consente. Mi limito a raccomandare la lettura degli articoli di Fernanda Snaiderbaur sul tema della dislessia e sulle importanti scoperte ad essa inerenti e, nelle pagine successive, la lettera della Presidente Nazionale Flavia Petrin, accompagnata da un testo esplicativo del Direttore del CNT, Alessandro Nanni Costa, in merito alle modalità di registrazione delle dichiarazioni di volontà alla donazione espresse negli uffici Anagrafe dei Comuni.

Leonida Pozzi

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